Scrivono di noi.

Articolo  a pagina 55 di Marker Road di Settembre 2007

Market Road

 

Tutto sull’autolavaggio, on line
Un’idea originale si è trasformata in una realtà insostituibile per il car wash made in Italy

Da due anni è un punto di riferimento fondamentale per gli operatori del settore car wash che, in molti casi, è la prima cosa che consultano appena alzati la mattina, insieme con caffè e brioche.

È il sito www.autolavaggi.it, cioè un contenitore di informazioni e indicazioni utili, luogo di discussioni, e qualche litigio, sul variegato mondo del car wash oggi in Italia.

L’idea è venuta, come si è detto due anni or sono, a Vito Spadafora, brillante tecnico di impianti, appassionato anche di web, che ha pensato

– giustamente – mancasse qualcosa di simile per il settore, che potesse fornire informazioni utili ad addetti ai lavori e non solo, magari consigli a qualcuno spaesato dalla scelta di decidere di aprire un autolavaggio.

Spadafora è un brillante tecnico, abbiamo detto, ma brillante lo è anche di testa perché ha fatto tutto da solo: dalla parte grafica ai contenuti, dai contatti con le case produttrici di impianti alla scelta dei testi da pubblicare on line.

Ma cosa c’è esattamente all’interno del sito? Lo abbiamo chiesto allo stesso suo realizzatore, che ci ha risposto con entusiasmo.

«All’interno di autolavaggi.it, innanzitutto, ci sono tutte le informazioni necessarie per dare una mano a chi vuole entrare in questo mondo e si trova di fronte ai problemi più classi

ci: burocratici, di costruzione, la scelta di quale impianto comprare e, soprattutto, quelli riguardanti il terreno su cui erigere l’autolavaggio». Insomma, è un sito essenzialmente di informazione, chiediamo? «Sì, ma non solo – la risposta –.
 

Ciò cui punto è anche l’assistenza a 360°, per esempio consigliare in maniera adeguata chi vuole comprare un impianto usato grazie a un angolo dedicato appositamente a questo aspetto all’interno del sito. Poi, ho creato una mailing list, che oggi è di 800 utenti circa, per l’aggiornamento su tutto ciò che offre il mercato».

Il sito ha avuto un tale successo che i visitatori sono più di 7500 ogni mese, cioè, per un portale che tratta un argomento così di settore, davvero un gran bel risultato.

Al suo interno, effettivamente, c’è proprio di tutto: dalle previsioni meteo alle ultimissime sul settore, dalla pubblicità delle aziende della galassia car wash fino al sondaggio e al già citato mercatino dell’usato. Noi, però, siamo stati colpiti particolarmente dal forum, riveliamo al nostro interlocutore, all’interno del quale abbiamo letto anche discussioni piuttosto lunghe e “bollenti”. «Certamente un plus di questo sito è la presenza di due forum, uno blu e uno rosso, quest’ultimo più grande, e, ultima arrivata, una chat.

All’interno di essi si dà la possibilità, a esperti del settore e non, di discutere, anche animatamente, di tutto ciò che riguarda gli impianti di autolavaggio.

Ha avuto un grande successo». Però, come è stato visto il forum dalle case produttrici? chiediamo per chiudere il nostro colloquio.

«Bene, almeno nel 90% dei casi – conclude Spadafora –. La possibilità di discutere è vista come uno stimolo, non certo con la paura che qualcuno parli male di un’azienda piuttosto che un’altra.

La mia speranza, anzi, è che, anche attraverso il forum, si possano raggiungere gli obiettivi che ho in mente: migliorare il dialogo fra le aziende e i potenziali clienti e fare sì che il car wash si sviluppi di più anche al sud.

Magari attraverso la comparazione dell’offerta nell’acquisto degli impianti, così come si fa con le assicurazioni».


 

Intervista di Donna Moderna

 Intervista di Donna moderna del Settembre 2009  sull'autolavaggio al femminile Donna moderna . Apri un salone di bellezza.Per l'auto I “car wash” gestiti dalle donne fanno buoni affari. Sono più ordinati e piacevoli.E hanno tanti prodotti per tirare a lucido carrozzeria e cruscotto. Quando arriva arriva il momento di lavare la macchina, metà degli italiani si rivolge a un autolavaggio self service.Se consideriamo che ogni famiglia ha in media due vetture e sulle strade ne circolano sempre di più (in pochi anni sono passate da 24 a oltre 30 milioni),aprire un “car wash” può essere una scelta azzeccata.Se poi a occuparsene è un donna,come nel 30 per cento dei casi in italia,il successo è assicurato.”Hanno quasi il doppio dei clienti rispetto ai “colleghi” uomini perchè sono più attente ai dettagli “ spiega Vito Spadafora, tecnico del settore e fondatore del sito www.autolavaggi .it.L'auto esige una manutenzione accurata e le donne l'hanno capito.Per questo tengono l'impianto di lavaggio più pulito e ordinato e offrono al pubblico un ampia scelta di prodotti specifici, dallo spray per i vetri al lucido per le gomme, un vero e proprio servizio di meke up per l'auto. Scelte che possono dare una marcia in più a un”car wash”.Ecco cosa serve per iniziare.Un impianto di grandezza media ha bisogno di una superficie di circa 1.550 metri quadrati, suddivisi in almeno 3 box per il lavoggio della carrozzeria,area per la pulizia interna e dei tappeti e, infine, spazio libero per le ultime operazioni.Meglio aprire l'attività in una zona che conti almeno 10 mila abitanti, vicino a un centro commerciale o industriale, con un forte passaggio automobilistico spiega l'esperto.Per aprire l'attività bisogna presentare all'ufficio tecnico del Comune un progetto che descriva lo smaltimento delle aque utilizzate e la loro bonifica attraverso gli impianti di depurazione,una dichiarazione di conformotà dei macchinari,un permesso di scarico delle acque e una valutazione di impianto acustico.Dopo che la proposta è stata appravata,ci si iscrive al Registro delle imprese della Camera di Commercio e si apre la partita Iva.L'investimento, comune, è impegnativo; l'acquisto e l'istallazione di un buon impiantoè sui 200.000 euro.Per le spese annuali fisse (tra eventuale leasing, affitto del terreno e altro) si calcolanocirca 50.000 euro.Ma se si arriva a fare 20 mila lavaggi l'anno, se ne possono incassare120.000.Senza avere costi per il personale, visto che è richiesta solo la presenza del proprietario.




Articolo  su Distibuzione Carburanti  N° 8 del novembre 2007 pagina  14

Il sito internet  www.autolavaggi.it attivo da oltre 2 anni realizza circa 7500  visitatori  ed altri 2500 sui forum.

Tramite questo sito tutti coloro che si vogliono affacciare a questo settore possono avere una consulenza gratuita e grazie al forum possono interfacciarsi liberamente con altri utenti ed aprire varie discussioni su vari temi .

Le sezioni sono dedicate a vari argomenti che spaziano da come aprire un autolavaggio hai consigli per comperare le macchine, hai criteri da seguire per l'acquisto dell'usato ed altro.

In oltre è possibile partecipare al sondaggio, quindi esprimere il proprio parare sulle possibili aree di miglioramento delle case produttrici di  autolavaggi.

Distribuzione carburanti

L'Arena di Verona ed Arena.it del 26/04/09



MODE ED ECONOMIA. Nella nostra provincia le stazioni che offrono esclusivamente questo tipo di servizio sono 43. Soltanto lo scorso anno se ne sono aggiunte 11
  Autolavaggi
Getto continuo
contro la crisi Benny Calasanzio I self service nascono come funghi e nonostante i chiari di luna riscuotono successo. Ecco il fenomeno ai raggi x
Domenica 26 Aprile 2009 

   Nascono come funghi, raramente chiudono i battenti, spesso passano di proprietà. Il microcosmo degli autolavaggi nella provincia di Verona ha fatto registrare una forte crescita, che in un clima di stasi del mondo aziendale si nota decisamente.
Infatti sono sempre di più gli impianti che vengono allestiti sulle strade statali o che vanno a corredare le stazioni di servizio: un’impressione, quella dello «sguardo comune», suffragata dai numeri che la Camera di Commercio di Verona fornisce. In tutta la provincia esistono 119 impianti di lavaggio compresi quelli presenti nelle concessionarie di autovetture e nelle stazioni di servizio; queste ultime rappresentano larga parte del totale.
I NUMERI. Gli impianti che forniscono solo ed esclusivamente il servizio di autolavaggio infatti sono 43, che si dividono tra i «self service» e quelli a lavaggio assistito. Impianti che nel corso del 2008 sono cresciuti di 11 unità in tutta la provincia; come sottolineano dalla Camera di Commercio, in un periodo di crisi nera è un buon numero se si rapporta alle altre tipologie di aziende.
Le ragioni di questo mercato florido e in continua crescita le spiega bene Vito Spadafora, tecnico del settore e fondatore del sito www.autolavaggi.it, il punto di riferimento italiano on line per chi cerca informazioni e consulenze gratuite su questo tipo di servizi. Spadafora riceve centinaia di telefonate ed e-mail al giorno da persone che sono interessate ad aprire un punto di lavaggio.
MERCATO. «Rispetto agli anni passati siamo di fronte ad un mercato ormai quasi saturo», spiega Spadafora, «il successo di queste iniziative imprenditoriali è dovuto alla certezza di un guadagno pressoché fisso, ad un investimento moderato con la possibilità di acquistare in leasing e di riscattare la proprietà una volta completato il pagamento delle rate e ai notevoli sgravi fiscali: un autolavaggio, per esempio, non è tenuto ad emettere scontrini fiscali».
GLI USA. «Rispetto all’America, dove l’autolavaggio è offerto come servizio agli automobilisti dagli impianti di rifornimento, qui in Italia è visto più come business a se stante. Il vero boom è stato nell’apertura di stazioni self service, che negli ultimi anni sono quadruplicate. Negli ultimissimi tempi invece la tendenza è quella di offrire servizi ulteriori, come la lucidatura, la pulizia degli interni. Verona è certamente la più interessante tra le città del nord Italia per il numero e per la tipologia delle nuove attività», conclude il tecnico.
PERCENTUALI. A confermare il discorso di Spadafora ci sono i dati sui lavaggi delle auto: le auto con meno di due anni di immatricolazione vengono lavate mediamente 18 volte all’anno, circa il doppio rispetto alle auto con più di 10 anni. Nel 1993 l’83% degli automobilisti dichiarava di aver fatto almeno un lavaggio, dieci anni dopo l’88%. A livello nazionale, per il lavaggio della propria auto il 39% degli automobilisti ricorre al «fai da te», il restante 61% fa invece lavare la propria vettura, il cosiddetto «lavaggio in delega».
IL SERVIZIO. Il servizio di autolavaggio, parlando sempre di dati nazionali, è offerto dai meccanici per il 2%, dai carrozzieri per il 6%, dalle stazioni di servizio, il 39%, dai concessionari per il 22%, dalle officine specializzate, l’8% e infine dai centri di autolavaggio per il 23% dei casi. Per chiudere il nostro giro di percentuali, come leggiamo dal sito www.autolavaggi.it, nel corso della conferenza «L’universo dell’autolavaggio italiano» tenutasi a Bologna ad ottobre 2005 è emerso che i lavaggi effettuati presso un impianto self-service rappresentano il 62% dei lavaggi effettuati in delega e quasi il 40% dei lavaggi totali.
I LUOGHI. Anche riguardo ai luoghi scelti per installare gli autolavaggi, l’impressione che ci si fa guardandosi in giro per la provincia è suffragata dalle parole di Spadafora: «la localizzazione dell’attività deve essere strategica: presso un’area industriale e artigianale dove siano presenti stabilimenti dotati di mezzi aziendali, sia per dipendenti che mezzi di trasporto merci, oppure in un’area di collegamento con forte passaggio automobilistico a tutte le ore, oppure ancora vicino a strutture commerciali».
Parlando di soldi spesi e guadagnati, in media l’acquisto di un impianto ben strutturato, all’avanguardia e che garantisce un impatto ambientale limitato richiede un investimento di circa 120 mila euro cui se ne aggiungono 70 mila circa per i lavori da effettuare sul terreno. Investimenti che però danno i loro frutti nel breve periodo. A fronte di una spesa annua, tra leasing, affitto del terreno e incombenze varie di 50 mila euro l’anno, i ricavi per un impianto di medie dimensioni, calcolando circa 20 mila lavaggi l’anno, possono arrivare anche a 120mila euro.
IL BOOM. Un boom, quello degli autolavaggi, favorito anche dalla burocrazia veloce: prima di iniziare i lavori occorre presentare all’ente locale di riferimento solo un progetto che descrive dettagliatamente tutti i particolari legati allo smaltimento delle acque utilizzate e alla loro bonifica tramite gli appositi impianti di depurazione previsti, una dichiarazione di conformità degli impianti realizzati, un permesso di scarico delle acque e una valutazione di impatto acustico. Dopodiché siamo pronti per lavare.